20 marzo 2016

Attività di vita pratica a 15 mesi. Perchè è importante partecipare alla vita familiare?


Chi conosce almeno un pò l'approccio Montessori sa bene come gli esercizi di vita pratica costituiscano un elemento importante nella crescita del bambino.
Ad ogni buon conto, Montessori o no, qualsiasi genitore può facilmente notare come i bambini, da una certa età in avanti, sembrino avere una naturale predisposizione per i "lavori di casa".
Se il bambino è lasciato libero di sperimentare, ben presto copierà ciò che vede fare intorno a sè e quindi comincerà a passare uno straccetto sul pavimento o sul tavolino, a svuotare la cesta dei panni da stirare o oppure a trafficare intorno alla lavastoviglie per mettere e togliere piatti e posate.
Dopo avere  osservato le attività familiari per parecchi mesi, il bambino ha finalmente le capacità fisiche e mentali per alzarsi in piedi, camminare, usare la propria mano e partecipare attivamente al lavoro. Ora è il momento giusto per includere il proprio bambino nelle attività quotidiane in casa, privilegiando le attività manuali e scegliendole secondo i suoi interessi e e le sue capacità.
Attraverso queste attività il bambino sviluppa autocontrollo e autostima, oltre che senso di collaborazione.
Non preoccupiamoci se i suoi giochi, in questo periodo, lo attraggono meno o per nulla. Egli preferisce oggetti veri che lo mettano in relazione diretta con l'attività quotidiana degli adulti. L'interesse ora, a partire dai 15 mesi, è indirizzato in modo significativo verso gli esercizi di vita pratica e così continuerà fin verso i 3 anni, fornendogli l'opportunità di affinare il coordinamento dei movimenti finalizzati ad uno scopo. Seguendolo in questo percorso lo aiuteremo a integrare la sua personalità e a sviluppare un atteggiamento positivo verso se stesso.

"I lavori di vita pratica rispondono esattamente a ciò che i bambini ricercano a questa età: un'attività verso la quale dirigere la propria energia muscolare, ma che è capace, al tempo stesso, di produrre un risultato visibile e utile per se stessi e per le persone che vivono con loro. Questi lavori rappresentano l'occasione unica di perfezionare le capacità motorie mentre si ottiene la ricompensa e la soddisfazione di un risultato concreto: i bambini sono vestiti, il cibo è preparato, l'ambiente è pulito, la tavola è apparecchiata per il pasto della famiglia o della comunità."
(Silvana Quattrocchi Montanari, Comprendere i bambini)


Naturalmente anche il nostro atteggiamento dovrà saper ben bilanciare questo nuovo bisogno di autonomia del bambino e la necessità di sorvegliarlo mentre si cimenta in attività più impegnative del semplice giocare con un puzzle, magari anche con strumenti difficili da manipolare.
Nel libro "La mente del bambino" ho trovato una riflessione molto interessante:

"[...] qualunque attività d'intelligenza ci avvenga di osservare nel bambino, anche se ci sembra assurda o contraria ai nostri desideri (purchè, naturalmente, non dannosa per lui), noi non dobbiamo intrometterci, perché il bambino deve completare il ciclo della propria attività. [...] 
I bambini aiutano volentieri ad apparecchiare la tavola e portano fra le braccia pagnotte così grandi che non vedono più i loro piedini. Continueranno in questa loro attività, portando oggetti avanti e indietro, finché non saranno stanchi. Per il solito la reazione degli adulti è quella di liberare il bimbo dal peso, ma gli psicologi si sono convinti che un tale "aiuto", interrompendo il ciclo di attività scelto dal bambino, è uno dei più gravi atti di repressione che si possano compiere. [...] 
E' tanto difficile trovare adulti che non si intromettano nell'attività infantile, che tutti gli psicologi insistono sulla opportunità di riservare al bambino luoghi dove egli possa lavorare senza essere disturbato."
(Maria Montessori, La mente del bambino)

Alla luce di queste parole, ritengo sia utile mettere a disposizione del bambino un ambiente che stimoli la sua partecipazione nella vita pratica della famiglia, ma il nostro intervento si dovrà limitare alla sola preparazione dell'ambiente e alla sua supervisione, lasciando il nostro bambino libero di impostare il proprio lavoro come più gli sembri interessante e utile per lui.
Così piano piano ho messo a disposizione di Alessia un paio di straccetti per la polvere, una scopina con paletta ed una scopa con un manico più lungo e ho selezionato alcuni oggetti per la cucina che sono a sua misura. Man mano che le attività in cucina si evolveranno, ci muniremo di attrezzi più complicati.
Durante la giornata cerco sempre di coinvolgerla il più possibile nelle attività di gestione della casa, dal riordino alla preparazione dei pasti. Naturalmente il suo contributo ora che ha 15 mesi è limitato e coinvolgerla allunga considerevolmente anche per me i tempi di completamento dell'attività, ma sono sicura che la aiutino a sentirsi importante e utile. Svolgere una qualsiasi attività domestica con la pretesa che lei rimanga interessata ai suoi giochi, ha come conseguenza ansia e confusione:  io che mi muovo frettolosamente destreggiandomi funambolicamente tra cinque cose contemporaneamente, lei che si lamenta e mi allunga continuamente libri e giochi per cercare la mia partecipazione. Allora mi ricordo, mi fermo, respiro, scelgo una cosa sola e cerco un modo per poterla fare insieme. Non sempre mi riesce, ma quando succede la soddisfazione di vederla concentrata su una attività insieme è davvero meravigliosa!

A 15 mesi Alessia si impegna in autonomia a:
- spolverare i mobili
- scopare il pavimento
- caricare la lavatrice
- aiutare nel piegare i panni da riporre o da stirare
- svuotare la lavastoviglie
- apparecchiare la tavola
- svuotare i sacchetti della spesa (es. travasare le mele nel cestino della frutta)
- togliere scarpe e vestiti semplici (es. sfilare i calzini o i pantaloni)
- lavarsi i denti 


Tutte le attività che ho descritto sono attività vere con oggetti veri, il più possibile a misura di bambino. Giocare a cucinare e cucinare con la propria famiglia non hanno la stessa valenza educativa. Riporre della frutta vera in un cestino anzichè della frutta di stoffa aiuta il bambino ad acquisire nuove capacità. Apparecchiare trasportando piatti di ceramica e bicchieri di vetro insegna al bambino che alcuni oggetti sono fragili e vanno maneggiati con cura. Due tazzine e un paio di piatti sono già stati "sacrificati" alla causa montessoriana, ma credo che Alessia abbia imparato cosa può succedere lasciandoli cadere a terra e se lo ricorderà.
Man mano che le sue competenze cresceranno dovremo essere capaci di coinvolgerla in attività via via più complesse e immagino già quante importanti lezioni ci saranno da imparare anche per noi genitori: invitare senza forzare, stimolare senza interferire, essere presenti senza interrompere, non aiutare senza necessità.

Bibliografia:
Maria Montessori, La mente del bambino
Silvana Quattrocchi Montanaro, Comprendere i bambini: sviluppo ed educazione nei primi tre anni di vita
P. P. Lillard, L. L. Jessen, Montessori From The Start
S. Mayclin Stephenson, The Joyful Child