26 maggio 2018

Riflessioni sulla meraviglia e sulla lunga assenza

Questo blog tace ormai da 18 mesi e 7 giorni.
In mezzo: un trasloco dalla nostra casa tra le montagne ad una "nuova" città, l'inizio della scuola dell'infanzia, agende piene di impegni e orari scritti in matita sempre da scrivere, cancellare e riscrivere.
E Montessori?
Montessori qualche giorno c'è, qualche giorno non c'è.
Qualche giorno sono la mamma che ho sempre sognato di essere. Qualche giorno proprio non ci sono e "seguire il bambino" è più difficile quando anche io non so bene dove sono.
La scelta di una scuola dell'infanzia non montessoriana, ma estremamente attenta allo sviluppo emotivo del bambino, ha reso i percorsi di questi mesi molto interessanti stimolando anche nuove angolazioni educative. Quindi mi sono presa una pausa dalla tematica principale e mi sono anche (più o meno) rilassata nelle mie alternanze tra pacata ed equilibrata mamma montessoriana e frenetica e squilibrata mamma standard che improvvisa la giornata un pò come viene.
Il pensiero di scrivere post e aggiornare questo blog innescava una vaga ansia da prestazione che ho deciso di lasciare decantare per qualche tempo.


Sul mio comodino in queste sere c'è un libro di Vittoria Baruffaldi: Esercizi di meraviglia.

"Una madre e un figlio si avvicinano l'una all'altro, fino a che le punte dei nasi si toccano. Si guardano, come civette, e iniziano a giocare.
- Cosa c'è in fondo ai miei occhi? - chiede il bambino.
- Non vedo niente - risponde lei.

In fondo agli occhi dei bambini c'è un bruscolino invisibile di stupore. Sono occhi più grandi del normale, non vedono cose diverse, le vedono meglio, le girano e rigirano per osservarne ogni lato: dietro, sotto, di sghimbescio.
[...]
La meraviglia è l'aspetto luminoso del dubbio, si sofferma sugli oggetti come se li vedesse per la prima volta, interrogandosi sul loro significato. Lo sguardo si posa sulle cose pietrificate dalla banalità, animandole e rendendole straordinarie. E' un sentimento, non un fatto: è una passione improvvisa che sembra sospendere il mondo, ma poi bisogna disfarsene in fretta, per tornare a porsi domande.
 
Ma nella nostra epoca c'è un grosso ostacolo alla meraviglia. [...] l'uomo contemporaneo è ridotto unicamente alla dimensione del lavoro, della tecnologia, dei consumi. L'individuo è a tal punto alienato da non rendersi neppure conto della perdita di sé, in particolare della propria capacità di resistenza. Produce e soddisfa una serie infinita di bisogni artificiali, creati ad hoc. Pagare a rate il telefono, spendere la tredicesima per la vacanza a Formentera, chiedere un finanziamento per la cucina di design.
E' schiavo l'uomo di oggi, ma crede di essere padrone: quella che definisce libertà è, in realtà, "una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà". Conosce un solo sistema, e lo reputa il migliore dei sistemi possibili. Ma quando si è imbavagliati dal migliore dei sistemi possibili la meraviglia muore. Perchè la meraviglia è il grande rifiuto di ogni sistema.

[...]

Una madre e un figlio si avvicinano l'una all'altro, fino a che le punte dei nasi si toccano. Si guardano, come civette, e iniziano a giocare.
- Cosa c'è in fondo ai miei occhi? - chiede il bambino.
- I battiti del cuore degli adulti, aritmici, come lucine del luna park, una accesa una spenta; e poi ci sono supereroi metafisici, tramonti di lustrini verdi e gialli e blu, storie fantastiche con draghi viola e balene fantasma e anche la maglietta col leone che ruggisce - risponde lei.

Perchè essere madre significa reimparare lo stupore, è un esercizio di meraviglia."

Leggendo le sue pagine, mi sono soffermata sul pensiero che, ad essere veramente, profondamente sincera con me stessa, l'idea Montessori, in qualche periodo, ha smorzato la mia capacità di trovare la meraviglia. Niente draghi viola e e supereroi metafisici perchè non esistono nella realtà, solo nomenclature precise e rigorose di fiori e piante. Niente leoni che ruggiscono in biblioteca, solo giochi di incastri in legno che preparino la mano alla scrittura.
Meno male che l'altro giorno all'asilo, i nostri bambini si sono tolti tutti i vestiti e hanno pitturato con il corpo.


"La libreria di una mamma è zeppa di manuali per genitori. [...] Una madre li ha letti tutti: tra le pagine, sottolineature, note a margine, chiazze di gelato.
[...]
Nel momento in cui si scontrano con l'esperienza, le teorie dei manuali non funzionano, deludono, diventano problemi. E quando si prova a risolverne uno, ne spuntano fuori altri cento: il bimbo dorme ma non sogna, mangia ma non digerisce, ascolta ma non capisce.
Cercando un sistema di verità si finisce per generare un sistema di problemi e dimenticare il necessario: imparare a sbagliare.
Nessuno può evitarlo, come dice ancora Popper: "La storia della scienza, come quella di tutte le idee umane è storia di sogni irresponsabili, di ostinazioni e di errori".
La scienza, infatti, è una costruzione aperta e fallibile quanto gli uomini che la costruiscono. Invece di poggiare sulla roccia, è simile a una palafitta in una palude, secondo Popper: "Il fatto che desistiamo dai nostri tentativi di conficcare più a fondo le nostre palafitte non significa che abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo quando siamo soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza stabili da sorreggere la struttura".

In fondo anche la storia di un genitore e di un figlio è una storia di sogni irresponsabili. Una storia di progressivo adattamento, di affrancamento coraggioso dai precetti che qualcuno ha impartito.
E benché la nostra palafitta non abbia né fondamenta né muri né porte, continua a stare lì, in piedi, come per miracolo".