20 febbraio 2016

Scatoline e barattoli

Uno dei principi fondamentali dell'approccio montessoriano è l'osservazione del bambino. E fin qui ci siamo.
Ma cosa significa in pratica? Quali informazioni posso ricavarne? Dopo che ho osservato la mia bella bambina, cosa faccio? 
Quando, all'inizio delle mie scoperte sui principi teorici alla base del pensiero di Maria Montessori, leggevo di quanto fosse importante osservare il bambino, sgranavo gli occhi un pò perplessa senza immaginarmi come avrei potuto fare. E invece, come per quasi tutto quello che sto conoscendo, è molto più semplice di quanto si possa credere. Se qualcosa è complicato, allora la strada molto probabilmente non è quella giusta.
Il bambino è semplice e diretto nei suoi modi e nelle sue emozioni. E così deve essere tutto il resto.
Basta osservare come il bambino si muove nello spazio-casa, quali oggetti sceglie, cosa ne fa, da cosa è attratto di più rispetto a tutto ciò che ha a disposizione intorno a lui. Proviamo a lasciarlo libero nella scelta, senza proporre necessariamente qualcosa per il timore che si annoi o si lamenti. Lasciamoci guidare da lui. Lasciamoci sorprendere.
Io penso che non ci sia un materiale giusto per un'età giusta. C'è solo ciò che lo attrae in un determinato momento e che può attivare la sua concentrazione nell'apprendimento di una determinata abilità.
Le scatoline e i barattoli sono solo un esempio di come basti, con poca (ma davvero! poca) fantasia, trasformare oggetti comuni che già abitano la nostra casa, in un momento di interesse.
Un barattolo di riciclo può essere un ottimo esercizio per aprire-chiudere, svuotare-riempire. Può essere riempito di materiale da osservare oppure agitato per ascoltarne il suono.
Perchè spendere tempo in ricerche compulsive su internet su cosa proporre ad un bimbo di 10-12-14 mesi quando possiamo provare a guardare gli oggetti intorno a noi con un nuovo interesse?
E questo lo dico perchè i miei primissimi tentativi con scatole e barattoli sono stati due vasetti di vetro riempiti di legumi e cereali (da una simpatica idea vista su un blog).

Per fare questi vasetti naturalmente non mi mancavano legumi e cereali, bensì i vasetti stessi, visto che in casa nostra non era mai entrato un omogeneizzato neanche per sbaglio. Risultato: l'omogeneizzato di zucca e ceci appositamente acquistato è stato schifato (e direi giustamente visto che sapeva di cartone) e i vasetti guardati a malapena.
Poi Alessia ha cominciato ad appassionarsi ad alcune scatoline di latta del tè, che sono in cucina, in una scatola di legno alla sua altezza. Le tirava fuori e si concentrava molto sui coperchi, provvisti di un piccolo pomellino e quindi perfetti per i primi tentativi di apertura e chiusura. Ci faceva intere passeggiate, mentre noi preparavamo la cena.


Così ho lasciato perdere i vasetti di vetro (recuperando rigorosamente i legumi in una zuppa) e ho cominciato a riempire quelle stesse scatoline che lei aveva scelto, con piccoli oggetti per aggiungere ulteriore interesse: le formine dei biscotti, un pupazzino...

 
Da allora sono nate altre scatoline che hanno incontrato la sua attenzione in momenti diversi: un pacchettino con un nastro da scartare, un vasetto con i tappi di sughero da riempire e rovesciare ...
Non tutte la entusiasmano quanto quelle del tè, ma, visto che non sono costate nulla, quando non le guarderà più, torneranno tristemente a fare quello che hanno sempre fatto: le scatoline.








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